16/10/09

SPECIALE TANATOPARTY - La festa della morte

Il romanzo di Laura Liberale "Tanatoparty", edito da Meridiano Zero, dice la verità.

Scoperchia il vaso di Pandora sul business funerario, denuncia le abberrazioni dei feticisti della morte, rende note le ossesioni di chi non vuole accettare la morte come fine.
Quando l'ho letto pensavo che molti argomenti fossero frutto della sua fantasia, invece, ancora una volta, la realtà la supera.
Le pagine del romanzo sono incorniciate da frasi tratte dal libro tibetano dei morti (Bardo Todol), forse come ali protettrici che cercano di ricordare quanto la morte sia un evento naturale, una logica evoluzione dell'evento nascita, in contrasto con la narrazione vera e propria che denuncia la mercificazione della fine, resa dalla protagonista Lucilla Pezzi, un'opera d'arte da guardare.

Sapevate che dalle ceneri della cremazione di un defunto si può ottenere un diamante da indossare? Penso a quella pubblicità che recita: un diamante è per sempre. Come il caro estinto.
Dal 2008 in Italia c'è più d'una ditta che se ne occupa, la lavorazione però avviene in Svizzera; basta visitare il sito www.algordanza.it
per avere il diamante della memoria con un costo tra i €3000,00 ed i €15000,00 a seconda dei carati.

A Bologna Fiere, ogni 2 anni, si tiene il Tanexpo: fiera internazionale di articoli funerari e cimiteriali. 16 mila espositori da 50 paesi del mondo. www.tanexpo.com e quei miliardari delle pompe funebri, quegli avvoltoi che neanche un minuto dopo la perdita del caro estinto sono già lì con catalogo bare, a chiedere soldi e tu, ancora incredulo della perdita, hai già firmato un assegno cospiquo pur di stare in pace ad elaborare il lutto. Bè, leggete l'articolo di seguito (2008), pubblicato solo su TAN, la rivista di settore che dovrebbe essere di dominio pubblico, ma gli italiani brava gente hanno altro a cui pensare, magari le amanti del premier...

Niente paura ben vengano le inchieste per ripulire il settore funerario

Sembrava la scena di un film horror, scrive il cronista,. "Quando le ruspe hanno iniziato a scavare, è spuntato un piede. Era di uno dei sei corpi saponificati abbandonati in un campo di 30 metri quadrati assieme ai resti di amputazioni ospedaliere, a feti abortiti per gravi malformazioni e a decine di sacchi di plastica neri che contenevano le ceneri di centinaia di persone cremate e mai riconsegnate ai familiari." E' quanto è apparso ai carabinieri di Massa lo scorso 8 settembre, mentre stavano scavando nel cimitero di Mirteto, ai piedi delle Alpi Apuane. Un ennesimo macabro ritrovamento nel quadro di un'indagine iniziata nel 2007 (e nata per seguire le tracce di un presunto traffico di ottoni delle maniglie e dei crocifissi che gli inquirenti sospettavano venissero smontati dalle bare e rivenduti) ma destinata ad allargarsi a Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. La notizia non ha avuto una eco particolare, gli italiani hanno ben altro da pensare e i giornali sono zeppi di argomenti di importanza decisamente più cruciale. Eppure per chi si occupa del settore funerario il campanello d'allarme squilla insistente: non c'è solo la mafia del caro estinto, dietro a quel ritrovamento si nasconde molto di più inquietante. Un sistema di malaffare venato da un cinico disprezzo che non tiene conto delle regole, che elude ogni controllo. E i giornali fingono di scandalizzarsi e di scoprire. Come per l'ultimo scandalo di Milano, ancora racket del caro estinto, ancora le tangenti per accaparrarsi il morto, il funerale, i parenti. Questa volta c'è andato di mezzo uno dei personaggi più importanti del mondo funerario, la presunzione di innocenza è fuori di dubbio, ma non è questo che conta. Ci è andata di mezzo la tanatoprassi, tirata in ballo indebitamente, a sproposito, da giornalisti che dell'argomento non sanno nulla. La tanatoprassi non è uno specchietto per le allodole utile a procacciare denaro, è una disciplina seria, che va tutelata per legge e non ridicolizzata in questo modo.Ma lasciando da parte l'aspetto cronachistico della questione val la pena di soffermarsi su ciò che i segnali rappresentano: si invoca da tempo una attenzione "politica". Si chiedono nuove norme, una riforma. Come quella che il senatore Antonio Tomassini illustra nelle pagine seguenti. Una riforma che ha segnato il passo nella precedente legislatura e che oggi si stenta a rimettere in campo. C'è un disegno di legge che se portato fino in fondo potrebbe dare un minimo di ordine, potrebbe aprire prospettive nuove. I diversi soggetti che si muovono in questo settore, operatori, associazioni di categoria, si agitano molto per problemi di rivalità, di gestione interna, di interessi di bottega. Ai cittadini tutto questo sfugge, ci si avvicina ad una agenzia di pompe funebri, ad una camera mortuaria, ad un impianto crematorio solo in determinate circostanze. E solo in quei dolorosi momenti qualcuno si interroga. Negli Stati Uniti esistono aziende funerarie quotate in Borsa, con profitti miliardari, i privati lavorano bene; nel nostro paese si è ancora preda di mafie degli obitori, il dolore viene strumentalizzato. Si può voltare pagina? (A.F.)








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